Le musha ningyō sono bambole particolari della tradizione del Giappone, vestite in armatura da guerra.
Sono veri e propri pezzi di artigianato artistico.
Nel peiodo Edo, in particolare fra il XVIII e il XIX secolo, le bambole guerriero venivano esposte durante il Tangunosekku. Questa festa stagionale antica subì una lunga trasformazione fino a diventare l’odierna festa del bambino.
Le bambole guerriero hanno visi molto espressivi e posture naturali, le loro armature di lacca e metallo sono minuziosamente assemblate in ogni dettaglio, le stoffe sono di materiale pregiato.
Le bambole musha e la crisi sociale dei samurai
La produzione e l’esposizione delle bambole musha vide l’apogeo nel periodo Edo (1603-1868).

Il periodo Edo fu un vero periodo di pace e stabilità politica dopo secoli di continue guerre fra i feudatari.
La classe dei samurai, quali guerrieri fedeli al loro signore, aveva perso la sua funzione e piano piano andava trasformandosi in classe di amministratori e burocrati.
La riconversione sociale della classe dei samurai a burocrati non era avvenuta senza frustrazione e crisi d’identità da parte di molti. La crisi d’identità che accompagnava questi sentimenti trovò voce e rappresentazione concreta nelle musha ningyō.
Queste bambole guerriero venivano esposte durante la festa del tangonosekku, una festa per augurare vigore e successo nella vita ai maschi. Erano, quindi, un modo per ostentare il valore militare passato e rivendicare l’identità perduta.

Le bambole guerriero incarnavano personaggi valorosi di un passato più o meno lontano e la cui fama era mantenuta viva dalle letture dei grandi romanzi di guerra.
Le loro caratteristiche fisiche e le loro armature erano basate sulla minuziosa descrizione che gli antichi testi (Heike monogatari per fare un esempio) ne facevano.
Fra i personaggi più noti, venivano fatte bambole di Hideyoshi, Minamoto no Yoshitsune e Benkei.
Ogni figura aveva connotati specifici e decorazioni caratterizzanti che ne permettevano il riconoscimento immediato da parte della gente e soprattutto dei bambini.
Attraverso le bambole guerriero veniva insegnata la storia e venivano comunicati valori e virtù quali: il coraggio, lo spirito di sacrificio e la disciplina.
Le bambole guerriero intese come yorishiro
Secondo la dottrina shintoista, lo spirito degli uomini che si sono distinti per valore morale o altre virtù può esercitare influenza sul mondo per molto tempo dopo la loro morte.
Gli spiriti di tali persone possono essere invocati per dare forza e coraggio in varie situazioni.
Per questa ragione, in alcuni templi shintoisti, gli spiriti di tali persone sono divinità.

Sotto questa chiave di lettura, si intuisce come le bambole guerriero fossero anche intese come yorishiro (oggetto atto a ospitare temporaneamente le divinità), similmente a quanto abbiamo visto per le Hina.
Tuttavia, mentre le Hina vengono comprate ed esposte ancora oggi durante l’Hina matsuri con lo stesso significato di un tempo, le bambole musha si sono praticamente estinte.
Durante la festa del bambino, oggi, vengono esposti personaggi della mitologia e delle leggende dal viso puerile.
La progressiva perdita di realismo e l’allontanamento delle bambole dall’immagine di guerra fu un rapido processo che iniziò nel periodo Meiji, dopo la caduta del regime feudale.
Oggi, in occasione della festa del bambino, che cade il cinque di maggio, le bambole guerriero antiche vengono esposte in molte città in esposizioni dedicate.
Si soprattutto quelle in porcellana…mi mettono inquietudine
Effettivamente se penso alle bambole occidentali (di cui non me ne intendo) avevano un viso poco carino e, adesso che ci penso…Hai ragione, inquietante. Anche le Ichimatsu ningyou hanno un aspetto un po’ inquietante…Ne parlerò!
Grazie, si sarebbe interessante. 😊👍
Mi hanno sempre fatto un po’ di paura le bambole. Ma ovviamente sono sempre affascinanti
Paura?