Il museo d’arte di Nariwa, opera dell’architetto Tadao Ando, si trova nella regione di Okayama e più precisamente nella città di Takahashi. Costruito nel 1994, il museo non ospita, al momento, una collezione permanente ma mostre temporanee.
L’edificio, come la maggior parte delle opere dell’architetto Ando, usa come materiale edilizio il cemento armato a blocchi lasciati a vista.
Nonostante il materiale “pesante”, l’opera presenta un aspetto relativamente leggero e arioso grazie ai numerosi spazi lasciati aperti da colonne e pilastri.
Le linee di congiunzione dei blocchi di cemento contribuiscono, inoltre, a creare profondità.
La struttura del museo e il cielo si specchiano su un lago a terrazzate dal cui punto più alto, pare di vedere uno spazio dilatato che si estende a partire dal cielo infinito per scendere in profondità, ancora, nel cielo infinito.


Dagli spazi aperti lungo la struttura del museo d’arte di Nariwa, ho potuto osservare la natura in movimento e il suo divenire nel tempo.
Le nuvole scorrevano nel cielo, il vento muoveva le foglie degli alberi, il sole cambiava i colori della natura.
Ho potuto osservare la luce che filtrava fra muri e colonne creando giochi di luce sulla superficie dei laghi interni: uno spettacolo che si arricchiva di nuovi colori e infinite geometrie ad ogni ora della giornata.




E nelle sale di lettura era ancora una volta la luce, che come una maga, mi regalava uno spettacolo dinamico in bianco e nero
All’interno del museo di Nariwa siamo parte di un sistema in continuo mutamento in cui entità eterogenee e, talvolta, in antitesi convivono in sintonia: la natura con la sua plasticità, l’opera architettonica con la sua staticità e l’uomo con le sue percezioni.
Non sono un fan del cemento armato trattato in questo modo, ma mi chiedo che effetto mi farebbe così contestualizzato, con quegli specchi d’acqua
In tutta onestà neanche io amo il cemento armato, il “casermone”, per capirci. Tuttavia, questa struttura mi ha dato qualcosa. Attraverso le sue aperture mi ha fatto fruire ed apprezzare (quasi paradossalmente) la natura, i suoi colori, la sua luce e la sua immensità.
Rimane comunque l’aspetto soggettivo delle sensazioni.
Esatto, da come l’hai raccontata, ho pensato che forse potrei apprezzare questa struttura. Magari è proprio il rapporto che riesce a instaurare con la natura. Approfondirò un po’ le opere di Ando, che per me era poco più di un nome
Avendo studiato design e architettura sono sempre affascinata da queste opere. Non la conoscevo. Mi piace molto anche il contrasto pesantezza/leggerezza che l’artista è riuscito a trasmettere. Grazie 😊
😊 Felice che ti sia piaciuto!