Glossario fotografico dei termini dell’architettura e degli elementi interni delle case giapponesi.

Amado

Casa giapponese con amado chiusi al secondo piano e semi aperti al primo

Amado sono pannelli di legno che servivano a chiudere l’ engawa e le finestre quando pioveva o la casa non era abitata. Amado sono presenti in tutti i tipi di case, dalle minka alle case dei ricchi mercanti del periodo Edo.
Gli amado quando non usati venivano riposti impilati in un piccolo vano a lato dell’engawa. Questo vano è generalmente in legno come nella foto, ma nelle case più ricche può avere funzione decorativa ed essere addirittura intonacato.

Chigaidana

Scaffali disposti in modo sfalsato e decorativo parte dello washitsu (vedi foto alla voce washitsu).

Doma

Doma (do 土 e ma 間 spazio) era un vano in terra battuta sul piano strada, la cui grandezza, forma e utilizzo variavano a seconda del tipo di casa. La qualità della terra battuta variava notevolmente a seconda del ceto sociale dell’abitante della casa. Quella più pregiata era tsuchi tataki
Le case dei mercanti avevano un doma di dimensione variabile e sul doma si affacciava direttamente la stanza degli affari.
Nelle case dei samurai il doma è piccolo in quanto serviva da anti camera vera e propria.
Nelle case rurali il doma era in genere grande e serviva a ospitare le attività che non potevano essere svolte all’aperto quando pioveva o faceva freddo e gli attrezzi necessari al loro svolgimento. 

Casa tradizionale giapponese con doma e zona abitativa in posizione elevata
Doma con terra battuta di qualità

Nelle machiya di Kyoto e di altre città in cui le tasse venivano pagate in funzione della dimensione della facciata, il doma si estende in un corridoio molto lungo, che arriva fino al retro della casa .
Negli anni cinquanta le case tradizionali di nuova fabbricazione cominciano ad avere doma con gettata in cemento o assente del tutto.

Engawa

casa tradizionale del Giappone con engawa e tsuboniwa
Casa tradizionale con engawa, tsuboniwa e shōji

L’ engawa è un corridoio esterno delimitato da un lato dagli shōji delle stanze e completamente aperto dal lato del giardino.
È presente in qualsiasi tipo di abitazione ed aveva la funzione di permettere l’ accesso a camere non adiacenti senza passare dalla camera di mezzo. Serviva inoltre a godere della bellezza del giardino in estate.
L’ engawa veniva chiuso con pannelli di legno (amado) durante la pioggia o quando il padrone di casa era assente, ma a partire dal periodo Meiji fecero comparsa le vetrate scorrevoli a chiudere l’ engawa. 
Oggi le case unifamiliari, a meno che non siano completamente progettate in modo personalizzato, non hanno engawa perché sono molto più piccole delle case di una volta e la loro planimetria è diversa, ma alcune hanno un deck in legno. Tuttavia nei condomini, il tinello ha spesso un’ intera parete con porte-finestra scorrevoli e il balcone lungo e stretto rende un pochino l’effetto dell’engawa.

Fusuma

Sono le classiche porte scorrevoli di legno rivestite da washi spessa e opaca. Servono come divisori degli interni e porte degli armadi (oshire).

Kamado o kudo

kamado in terra e calce con kama di ferro

Era il focolare dove venivano cotti i cibi. Aveva forma simile in tutte le case dalle più ricche a quelle più povere. Nella parte inferiore aveva dei vani dove bruciare la legna e al di sopra degli spazi in cui infilare le kama, cioè una pentola di metallo chiusa da un coperchio in legno.
La kamado era fatta di terra e paglia e veniva a volte intonacata nelle case dei più abbienti. 
Molte case dei mercanti di fine ottocento furono abitate fino al periodo a prima della seconda guerra mondiale e quindi hanno una kamado più evoluta, piastrellata.

Koshi/degoshi

casa con alle finestre liste di legno chiamati koshi

Asticelle di legno più o meno fitte che coprono porte e finestre creando ombra e celando la vista dell’ interno. Quando sporgono verso l’esterno perndono il nome di degoshi.

Kura

kuta-campagna-Giappone

I kura sono edifici di varia dimensione in cui venivano conservati i beni preziosi si qualsiasi natura. Le loro dimensioni variavano da quelle di una casetta al lato della casa principale a quelle di una costruzione a più piani.

Puoi leggere il post: Guida ai kura: gli antichi magazzini del Giappone



Irori

irori residenza Ishitani

Irori è il focolare. Era costituito da un pozzetto riempito di cenere e sabbia  ed era incassato nel pavimento.
Sopra all’irori era appesa una yakkan, una sorta di teiera in ferro per bollire l’acqua.

La funzione dell’irori, sia nelle case rurali che in quelle urbane, era quella di scaldare. Nelle case rurali era usato anche per fare brevi cotture.
Nelle case urbane l’irori si trasformò in kotatsu con sola funzione di riscaldare.

L’irori era il centro della socializzazione per la famiglia e in esso risiedevano i kami del focolare.

Puoi leggere e vedere irori nel post sulle minka (case rurali) e nel post sulle minka di Shikoku mura.

Mairado

Porte scorrevoli fatte con assi si legno (mairako) verticali e tenute insieme da più assi di legno orizzontali. Presenti sia nelle case rurali che in quelle dei mercanti e dei samurai.

Namako

namako rivestimento case tradizionali del Giappone

Forma di copertura a piastrella dei kura a carattere funzionale e artistico. Composta da piastrelle nere unite da giunture in calce che sembrano oloturie da cui il nome namako. Per ulteriori informazioni sul namako vedere il post sui kura.

Shōji

Yukimishōji chiusi
Yukimishōji aperti

Shōji sono le porte scorrevoli formate da una telaio a griglia in legno ricoperta da washi semitrasparente. Nel periodo Edo erano cosa da ricchi e mancano pertanto nelle case rurali. Shōji delimitano i lati esterni di una stanza e coprono le finestre.
Shōji scorrono su una guida inferiore posta fra i tatami di due stanze contigue e una guida superiore posta alla base inferiore dei ranma. 

Vi sono vari tipi di shōji alcuni dei quali nella zona inferiore hanno un pannello di legno, o una lastra di vetro o entrambi come quelli nella foto relativa all’ engawa. 

Alcuni shōji (yukimi shōji o shōji per vedere la neve) hanno pannelli scorrevoli in modo che la parte inferiore possa essere alzata sulla parte superiore a scoprire una zona con vetro. Tali shōji fanno passare la luce all’ interno delle case e lasciano vedere il panorama, da qui il loro nome. 

Tokonoma

Un alcova nello washitsu (stanza di rappresentanza con tatami). Il pavimento è rialzato e coperto da tatami. Viene usato per appendere kakemono (pergamene dipinte o con calligrafia tradizionale) e composizioni di ikebana (vedi foto alla voce washitsu).

Tsuboniwa

Sono i giardini interni alle case tradizionali, spesso dei mercanti, di piccole dimensioni come indica la parola tsubo (piccolo punto focale). Sono delimitati in parte dagli engawa. Contengono elementi decorativi quali lanterne e bacini d’acqua. (Foto del tsuboniwa).


Washitsu

Tokonoma e chigaidama in un washitsu

È la stanza per gli ospiti con i tatami per antonomasia. Era presente nella case dei mercanti ricchi e dei samurai e in seguito anche nella case della gente comune. Nello washitsu c’erano alcove decorative chiamate toko no ma e nicchie con mobili pensili e scaffali sfalsati detti chigai dama.