Andare al villaggio Shikoku mura è come entrare nel cuore del Giappone rurale del periodo Edo.
“Mura” in giapponese significa villaggio.
Shikoku mura si trova nella regione di Tokushima, nello Shikoku, ed è un parco-tematico dove l’architettura tradizionale del Giappone rurale può essere ammirata in tutto il suo splendore.
A Shikoku mura, minka (case vernacolari, fattorie) di pregio e costruzioni a uso lavorativo sono state raccolte da tutto lo Shikoku al fine di essere preservate.
Lì niente è artificiale o artefatto.
Il villaggio offre una visione ampia e naturale dello stile di vita nelle campagne di un tempo.
In questo post vi porto a vedere alcune delle case rurali del villaggio.
In un post precedente troverete una descrizione dettagliata degli elementi dell’architettura delle minka .
Le minka della famiglia Kono e della famiglia Shimogi.
Le case rurali della famiglia Kono e di quella Shimogi, a mio parere, meravigliose e romantiche, furono costruite nel 1700, all’inizio (casa Kono) e alla fine (casa Shimogi, si pronuncia Scimoghi).
La casa della famiglia Kono fu spostata a Shikoku mura dalle montagne vicino al villaggio di Uchiko, che vi ho mostrato in un post passato.
Il carosello mostra la casa Kono
Entrambe le case hanno una stanza per la cucina e per le attività domestiche e una stanza per gli ospiti.
Ogni stanza ha un irori, il focolare incassato nel pavimento, sopra a uno dei quali pende un bollitore, yakkan.
Nella casa Kono, i pavimenti sono fatti di bambù e coperti, in parte, da stuoie di paglia intrecciata detti mushiro.
Potete immaginare quanto fosse blando l’isolamento dal freddo in queste case… E se notate, nella foto si vede la luce che filtra fra il muro e il tetto di paglia.
Potete anche osservare due kamidama (gli altari delle divinità protettrici della casa e delle attività domestiche) e un tokonoma.
Le stanze della casa Kono, inoltre, hanno mobili, credenze e cassettiere, a mio parere bellissimi e essenziali.
La minka della famiglia Shimogi, invece, ha pavimento completamente rivestito da assi di legno: soluzione più costosa rispetto al bambù e il suo tetto è retto da tronchi lunghissimi con curvature evidenti.
La stanza più piccola, a sinistra nella foto, è divisa virtualmente in una zona giorno e una notte da due colonne (asterisco). Le colonne passano attraverso un foro fatto su misura nelle travi.
Nel doma c’è una kamado che serviva per cuocere al vapore, in piccola scala, rami decorticati usati per fare la carta e che potete vedere in questa foto già pubblicata: foto del doma di casa Shimogi.
I mulini per la macina della canna da zucchero



Nel villaggio di Shikoku mura ci sono sue costruzioni a pianta rotonda e tetto conico molto interessanti, bellissime, una meraviglia: i mulini delle famiglia Miyazaki e Fukita.
Qui venivano pressate le canne da zucchero per ottenerne un succo, che fatto solidificare e raffinato diventava il famoso e pregiato zucchero di canna dello Shikoku.
La pressa, nel mulino della famiglia Miyazaki (1865) ha tre macine di pietra. Le pietre venivano fatte girare da buoi, che camminavano in tondo. Sul muro si possono ancora vedere i segni lasciati dallo sfregamento sul muro del tronco a cui era legato il giogo (non mostrato).
I due mulini sono i soli rimasti in tutto il Giappone
Il calderone per cuocere al vapore la materia prima per la carta tradizionale del Giappone
Un edificio, a mio parere straordinario, è una costruzione degli anni venti del XX secolo, la più recente conservata a Shikoku mura.


Si tratta di un edificio in cui venivano cotte le materie prime per la produzione della carta tradizionale giapponese, washi. La costruzione non ha muro di terra ed è rivestita da fascine per permettere l’uscita del vapore. Al suo interno è posizionato il bollitore sormontato da una campana in metallo per la cottura al vapore.
Se vuoi conoscere altre case rurali tradizionali del Giappone conservate al villaggio Shikoku mura come il vecchio faro, la casa del pescatore, i kura: https://www.shikokumura.or.jp/en/