Tottori insolita: le sorprese di Hino

Continuiamo il viaggio sulla Izumo kaidō, l’arteria commerciale del periodo Edo che passava per le odierne regioni di Tottori, Okayama e Hyōgo, e ci fermiamo a Hino, incassato in una valle nell’entroterra della regione di Tottori.

La via principale del paese di Hino è proprio la vecchia Izumo kaidō, e del periodo Edo, lo devo ammettere, è rimasto ben poco. Tuttavia, ha mantenuto un proprio fascino nostalgico, degno di post.

Come nei secoli passati, la strada è fiancheggiata da due canali di scolo stretti che raccolgono le acque dalle colline poco distanti. Il rumore dell’acqua che scorre giù per la strada crea un’atmosfera allegra e fresca.

condotte dell'acqua del periodo Edo a Hino
Vasca delle trote del periodo Edo

È stata una sorpresa trovare le scale di discesa all’acqua e una vasca con le trote. Un tempo, i pesci venivano mangiati, mentre ora sono tenuti solo per svago.

Fino al 1960, non passava l’acquedotto e l’acqua dei canali veniva usata per ogni faccenda domestica, prima direttamente poi attraverso rubinetti comuni.
«Si andava alla fontana» mi disse un passante, e poi aggiunge:«Il caffè e il tè fatti con quell’acqua avevano un gusto diverso!»

Davanti alle abitazioni ho visto dei suikin non interrati. Una vera e propria rarità perché i suikin sono normalmente sotto terra.
Il fragore dell’acqua che scendeva dai canali ne copriva il suono, purtoppo. 

un suikin non interrato

Sapete cosa è un suikin?

È un accessorio da giardino composto da una giara interrata di cui vi spiegherò in dettaglio in un altro post.
Tuttavia, ho preparato un video per farvi sentire il suono di uno classico, cliccate a questo link:

video del suikin.

Lungo la Izumo Kaidō viaggiava il daimyō (il feudatario) di Matsue quando si recava a Edo (Tokyo) per due anni di servizio al cospetto dello Shogun (Sankin kōtai).

cancello dell'honjon di Hino
Il cancello dell’honjin

Il villaggio di Hino aveva, quindi, l’hongin (la casa in cui venivano ospitati i daimyō) e altre strutture per ospitare cavalli e personale.
Dell’ hongin è rimasto il cancello, piuttosto spartano, a chiudere una casa privata. Nel luogo in cui sorgeva l’honjin, invece, c’è un parcheggio.

La tatara a Hino

Dal 1700 fino all’inizio del 1900, la Izumo kaidō era frequentata dai trasportatori del ferro e dell’acciaio estratto e purificato nelle vicinanze con il metodo tradizionale della tatara da cui il villaggio di Hino traeva enorme ricchezza.

Sulle montagne vicino a Hino c’erano numerosi sannai (i villaggi costruiti attorno alle fornaci) di cui sono rimaste solo le tracce.
Il ferro veniva portato a cavallo seguendo la Izumo kaidō fino al villaggio di Katsuyama, l’approdo fluviale più vicino.

Questo è il link al post per approfondire
Il mondo della tattara e dei sannai

Del mondo della tatara è rimasto un piccolo museo in cui gli anziani locali fanno da cicerone senza risparmiarsi e la casa del ricco proprietario della fornace: il signor Kondo.

Le fukuyose hina in vetrina

A Hino, lo ammetto, ho passato parecchio tempo a osservare le attività ludiche di numerose fukuyose hina, cioè Hina in disuso e ormai prive della loro funzione di yorishiro, che vengono raccolte e riportate a nuova vita come semplici bambole.

Per approfondire l’argomento c’è il post con la spiegazione di cosa sono le Hina.

hina ormai in disuso giocano a carta


Giusto per darvi un idea della cosa, in figura, le fukuyose hina giocano a carta, un attività ludica che risale al medioevo del Giappone e praticata ancora oggi.

Una hina (a sinistra), munita di mascherina per via del COVID, recita la prima parte di una poesia e il vecchietto agguerrito, si getta a prendere la carta che contiene la seconda parte della poesia, prima di ogni altro partecipante.

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