Questo è il post introduttivo alle tappe del mio viaggio lungo la Izumo Kaidō, che saranno oggetto di post a venire. Ho percorso in parte questa strada antica del Giappone alla ricerca di ciò che rimane dei secoli passati quando la via era trafficata e sede di commerci e scambi culturali.
La Izumo kaidō (conosciuta anche come Sannin-Sanyō kaidō dal nome antico delle zone che attraversa) collega la costa del mare del Giappone a quella del mare interno di Seto da Yonago nell’attuale regione di Tottori a Himeji nell’attuale regione Hyogo.

Nel periodo Edo, era una via di comunicazione minore rispetto alle più famose go-kaidō, le cinque vie che conducevano direttamente a Edo (Tokyo). .
Sulla Izumo kaidō, prodotti e cultura passavano da una costa all’altra e dall’entroterra verso il mare. Qui aspettavano le navi che portavano la merce verso zone lontane.
La Izumo kaidō oggi è in gran parte asfaltata, come allora, però, passa per il centro di paesi, taglia la campagna e in parte si perde nei boschi diventando pericolosamente stretta e chiaramente non frequentata se non da orsi e cinghiali.
Per lunghi tratti è diventata parte della strada provinciale.


Lungo il mio viaggio sulla Izumo kaidō ho visitato città castello i cui daimyo percorrevano la strada per recarsi a Edo per il sankin kōtai, cioè per prestare un servizio di due anni alle dirette dipendenze dello Shōgun Tokugawa. Ve li immaginate i daimyo lasciare il loro castello in testa a una processione di circa 200 persone fra servitori, guardie, amministratori e portatori di casse?


Sulla kaidō viaggiavano inoltre amministratori e delegati dell’ufficio tributi, pellegrini verso il tempio di Ise e in minor misura verso il tempio di Izumo, mercanti, hikiyaku cioè messaggeri che “correvano” per assicurare le comunicazioni fra l’apparato amministrativo di Edo e quello locale.
La Izumo kaidō in numeri

I viandanti che percorrevano la strada da un capo all’altro impiegavano circa 25 giorni camminando circa 10 ri al giorno (circa 40 km) ma ciò dipendeva dalle caratteristiche del territorio e dalle condizioni meteorologiche.
Un ri era una misura di lunghezza di 3.9 Km e la Izumo Kaido constava di 52 ri, quindi era lunga 208 Km.
La Izumo kaido si snodava lungo valli solcate da fiumi spesso impetuosi che dovevano essere attraversati più volte in barca o attraverso ponti di legno per proseguire. Tuttavia spesso i fiumi non potevano essere attraversati e il tempo di percorrenza si allungava molto.
Ogni ri era segnato da una pietra michi-shirube, da un piccolo tempio o un albero e qualcuno di essi è pervenuto ai nostri giorni assieme alle pietre segnaletiche chiamate shirube-ishi, che indicavano la direzione da prendere.
Nella foto vedete una indicazione per quattro templi sulle quattro facce della shirube-ishi.
In primo piano l’indicazione della parte ovest (西) per il tempio di Izumo Taisha (出雲大社 scritta grande) che dista 37 ri (三十七里 scritta piccola).
Le stazioni di posta lungo la Izumo kaidō
I viandanti trovavano ristoro e riparo nei villaggi di posta, che erano fornite di locande, luogo di ristoro, luoghi per affittare portatori e cavalli.

Nei villaggi di posta principali c’erano sempre una Honjin e una wake honjin. Le honjin erano case costruite a proprie spese dai ricchi del villaggio al fine di ospitare i daimyō di passaggio. Nelle wake hongin pernottavano invece i funzionari che accompagnavano i daimyō. I mercanti e servitori alloggiavano in locande.
Nelle jinba si affittavano i cavalli e si impiegavano portatori locali. I portatori erano persone che lavoravano di posta in posta e che conoscevano bene i luoghi, non accompagnavano i daimyō per tutto il percorso. Quindi, nelle jinba avveniva lo scambio del personale.
Inoltre, lungo le zone impervie potevano occorrere dei muli e poteva essere necessario dividere il contenuto di un bagaglio.
Infine, fra una zona amministrativa e l’altra vi erano i sekisho, cioè dei luoghi di frontiera dove venivano strettamente controllati i permessi di passaggio e le merci.
Jinba e sekishō non sono pervenuti a noi sulla Izumo kaidō.
Cosa rimane della Izumo kaidō oggi
Purtroppo non molto è rimasto molto di quel tempo lungo la Izumo kaido tuttavia questo piccolo viaggio è stata un occasione per respirarne l’atmosfera.


Ho visitato centri rurali semplici e cittadine ricche; ho compreso come la gente consideri proprio patrimonio, proprie radici, quel poco che è rimasto di questa strada antica offrendo assoluta cura a ciò che è rimasto.
Ho passato tratti di campagna, respirato l’odore della terra e dei fiori, gioito per il salto di una rana o il volo di una gru. Ho incontrato gente e storie.
Nella campagna rimangono le pietre segnaletiche e chilometriche sparse nel bel mezzo dei campi o sul ciglio della strada. Rimangono numerosi templi votivi e statue di Jizō per chiedere un viaggio lontano da pericoli. Restano luoghi vuoti ma segnalati perché si possa continuare a ricordarli.
Resta poco, ma se lo si cerca quel poco continua a raccontare.
Qui troverai le tappe fin’ora percorse:

Tappa 1. Yonago: le rovine del castello di Yonago e dintorni
In questo post vi mostro il punto di partenza della Izumo Kaidō: Yonago, del suo castello e dei templi che ho visitato: il tempio Kanda.
Tappa 2. Visita al tempio di Anyoji dove riposa la figlia dell’imperatore Godaigo
Tappa 3. Il monte Daisen e Hachiman jinja
Tappa 4. Il villaggio di Yoshisada
Tappa 5. Il villaggio di Hino
Eh purtroppo si..mi accontento così con immagini e letture
Quanto mi piacerebbe fare un viaggio del genere. Grazie
Fino a quando il Giappone non aprirà le frontiere ai turisti occorre accontentarsi della lettura. Grazie di leggermi