Forma e significato delle decorazioni tradizionali d’inizio anno in Giappone .

Aggiornato il 15 dicembre 2024

In Giappone, dal 26 di dicembre e per le prime due settimane di gennaio, vengono esposte decorazioni tradizionali d’inizio anno dal significato e nome peculiare: kadomatsu, kagami mochi e shimekazari.

Queste decorazioni del capodanno giapponese non sono semplici ornamenti ma yorishiro, cioè dimore per ospitare divinità (kami) e, in particolare, la divinità Toshigami.

Toshigami è un kami legato al culto ancestrale del riso e dell’abbondanza ma che incarna anche la divinità che protegge il focolare domestico e quella protettrice dell’anno appena iniziato. 
D’altronde nel mondo agricolo di un tempo l’abbondanza del raccolto di riso era strettamente legata alla salute e al benessere della famiglia.

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Offerta in riso a Toshigami

Ancora oggi, in Giappone, i riti delle festività d’inizio anno e il culto del riso sono strettamente legati: il kagami mochi è fatto di riso e negli shimekazari compare spesso un fagotto di riso avvolto nella paglia, cosí come lo si trasportava una volta. Nelle case, soprattutto quelle delle persone anziane, vengono donate offerte in riso a Toshigami.

Ma vediamo ora, una a una, le decorazioni giapponesi d’inizio anno:

Il kadomatsu è la casa per Toshigami

Il kadomatsu è una composizione di piante che viene esposta da sola o in coppia allo stipite delle porte o dei cancelli di negozi, edifici pubblici e privati.
L’elemento indispensabile è il pino perché è dai suoi rami che Toshigami viene attratto per dimorarci temporaneamente.
In cambio, colui che ha offerto dimora e ospitalità al kami ne riceverà la benevolenza.

Pertanto, la forma più semplice di kadomatsu è costituita dal solo pino ma, molto più spesso, il pino è accompagnato da altri elementi come il bambù, anch’esso pianta che ospita kami.

Tre steli di bambù sono posti ad altezze diverse secondo un rapporto 7:5:3 e la loro posizione rispetto allo stipite della porta ne determina l’uso: in famiglia o nel business.

Alla fine delle feste, verranno bruciati in un falò (dondoyaki) insieme alle altre decorazioni d’inizio anno nei templi shintoisti e il kami sarà liberato nell’aria fra le fiamme purificatrici. Un kadomatsu grande e ricco costa molti soldi e spesso a livello famigliare ci si accontenta di piccoli kadomatsu comprati o fatti in casa.

Simbologia degli elementi del kadomatsu

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Kadomatsu casalingo con senryo

Come abbiamo appena visto, il kadomatsu è composto da pino e bambù e a questi elementi si affianca spesso il pruno.
Bambù, pino e pruno sono noti come “i tre amici dell’inverno“, resistenti al freddo, incarnano il concetto di resilienza e di vittoria contro le ostilità.


Lo stelo del bambù cresce dritto, si piega ma non si spezza e quindi rappresenta la forza che vince sulle avversità. 
Il pino è sempreverde e longevo;
i fiori del pruno fioriscono a fine inverno, quando fa ancora molto freddo e indicano il cambiamento e la vittoria sui rigori della vita.

Si aggiungono il sen-ryo e man-ryo, due piante di notevole impatto scenico con le loro numerose bacche rosse.
Il ryo era una unità di misura nel periodo Edo e il loro nome significa rispettivamente mille e diecimila ryo.
Credo che siano d’augurio di prosperità economica.

Kagami mochi è l’offerta alla divinità Toshigami

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kagami mochi, mandarini e shibugaki

Anche kagami mochi come il kadomatsu è un oggetto atto a ospitare la divinità Toshigami.

Kagami mochi è fatto con il riso della qualità mochi (pronuncia moci), un riso colloso che può essere ridotto facilmente in pasta quando cotto e pestato adeguatamente.
Il mochi viene modellato nella forma che vedete nella foto, composta da due unità una sopra l’altra.
Le unità sono rotonde perché reppresentano gli specchi (kagami) in cui, secondo la religione Shintoista, risiedono le divinità.
Sono due per rappresentare il dualismo di ogni cosa.

Ha sopra di esso un daidai.

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Confezione di kagami mochi in vendita al supermercato

Il daidai (橙) è un agrume molto amaro il cui nome ha la stessa pronuncia di 代代 che significa “generazione-generazione” e quindi si pensa che porti prosperità e figli di generazione in generazione.

Un tempo il kagami mochi veniva fatto in casa. Oggi in casa si usano dei mini kagami-mochi comprati al supermercato.

L’undici di gennaio, il mochi viene fatto abbrustolire per liberare il kami (così come il kadomatsu viene bruciato nei templi) e aggiunto allo zenzai (passato dolce di fagioli azuki).

Shimekazari tiene fuori il malvagio

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Shimekazari tradizionale con shimenawa, shide,yuzuriha, urajiro e daidai

Shimekazari viene appesa alla trave della porta di casa.
Serve a coadiuvare l’entrata di Toshigami nella casa. Occorre metterlo in posizione elevata in modo da passarci sotto.
Shimekazari è composta da due elementi simbolici nella religione Shintoista: shimenawa ,una corda di paglia che delimita il mondo sacro da quello profano, tiene fuori il malvagio e protegge il divino; shide, fogli bianchi di carta piegata che delimitano un luogo puro.
Oltre a questi elementi ne compaiono altri a scopo decorative e di buon auspicio fra i quali: daidai (si cui abbiamo visto sopra), yuzuriha e urajiro.

Yuzuriha poste dietro al daidai: sono foglie di Daphniphyllum macropodum, un albero le cui foglie cadono nel momento in cui compaiono quelle nuove e rappresenta l’arrivo dell’anno nuovo.
Da qui il nome yuzuri ha che in giapponese significa la foglia che cede il posto. 

Urajiro: due foglie di felce, considerata capace di scacciare gli spiriti maligni ma con tanti altri significati. La sua pagina inferiore è bianca e invita a mostrare la parte pura del nostro cuore.

Recentemente a questo impianto tradizionale si sono aggiunti altri elementi decorativi fatti con mizuhiki e con fogli di chiyogami come in foto d’apertura.

Se vuoi conoscere altri oggetti a funzione di yorishiro puoi andare a conoscere le Hina dell’Hina matsuri

2 pensieri riguardo “Forma e significato delle decorazioni tradizionali d’inizio anno in Giappone .

  1. grazie! decisamente interessante! peccato che in Europa queste decorazioni o cibi non siano reperibili!
    con l’augurio di un anno migliore!
    L.

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