
C’è sempre qualche studente o studentessa che prega nei templi shintoisti Tenmangu.
Lancia una moneta nell’apposito contenitore in legno, agita la corda a cui è legato lo tsuzu di bronzo, s’inchina a mezzo busto e poi batte le mani.
Il suono metallico dello tsuzu, lo si sente anche a molta distanza. È provocato dallo spostamento di una sfera di metallo, che sfrega contro le pareti interne.
Nei mesi invernali, agli studenti, si aggiungono i loro genitori perché è il periodo in cui si tengono gli esami d’entrata alle scuole superiori e all’università.
In questo periodo, nel precinto del tempio shintoista Kitano Tenmangu, a Kyōto, è tutto un gettare monete, battere le mani e invocare la divinità per un buon risultato.
Forse, avessi avuto anch’io una divinità a cui affidare le mie apprensioni di studentessa, l’avrei pregata di darmi serenità e mente aperta nel giorno dell’esame.
Come genitore chiederei questo per mio figlio.
Perché si prega per il successo nello studio nei templi Tenmangu
Gli studenti si recano ai templi Tenmangu perché in essi è ospitato lo spirito di Tenman Tenjin la divinità protettrice degli studiosi e delle attività accademiche.
In realtà, Tenjin è lo spirito di una persona esistita realmente: Sugawara no Michizane, che si distinse fin già da bambino per le sue doti di studioso e poeta.
Secondo la religione shintoista, lo spirito delle persone, che si sono distinte nella vita, può influire sul presente per molto tempo e tale spirito viene venerato nei templi.
Chi fu Sugawara no Michizane
Sugawara no Michizane (845-903) fu un politico, studioso e poeta di grande talento.
Ricopriva la carica di Ministro della Destra (la carica governativa più alta insieme a quella di Ministro della Sinistra) conferitagli dall’Imperatore stesso non solo in virtù delle sue doti ma anche per contrastare l’ascesa del clan Fujiwara, che stava diventando la vera guida della politica di Kyōto.
Tuttavia, il Ministro della Sinistra era un Fujiwara e questi complottò contro Sugawara no Michizane, che perse la carica e fu mandato in esilio nella lontana regione di Fukuoka, dove morì due anni dopo.
Allo status di divinità, Michizane ci arrivò perché, dopo la sua morte, una serie di disastri meteorologici colpirono Kyōto e molti membri della famiglia Fujiwara morirono di varia natura.
Si credette che le sciagure fossero opera dello spirito di Michizane in collera e l’imperatore per placarne la rabbia, lo innalzò a divinità protettrice dai disastri naturali.
Lo nominò Tenjin e fece fondare un tempio dove ora si trova Kitano Tenmangu.
Tuttavia, nei secoli successivi le doti di studioso e poeta di Sugawara no Michizane furono sempre più apprezzate e il suo spirito venne venerato esclusivamente quale protettore delle attività accademiche.
I fiori di pruno di Kitano Tenmangu
Nei templi Tenmangu ci sono sempre dei pruni perché a Michizane piacevano particolarmente i loro fiori.
Molte delle sue poesie sono dedicate ai fiori dei pruno (ume, in giapponese) e leggenda vuole che un albero di ume troppo triste per l’esilio di Michizane viaggiò da Kyōto a Fukuoka, raggiungendolo in esilio.
Questo ume viene chiamato tobiume (Il pruno che vola) ed è piantato davanti al Tenmangu di Fukuoka e a Kitano Tenmangu.

Anche il pino provò a seguire Michizane ma non riuscì ad arrivare fino da lui. Così a Kitano Tenmangu anche un pino è piantato a fianco di ume.
A fianco del tempio principale si trova un giardino con migliaia di pruni di varia specie.
I fiori di pruno, simbolo dei templi Tenmangu, sono disegnati, secondo varie forme stilistiche in molti elementi decorativi di Kitano Tenmangu.



Il simbolo di Kitano tenmangu è formato da un insieme di cerchi, in realtà, stelle. Questo stile si chiama hoshi ume bachi. Hoshi significa stella. Potete cercarlo nelle varie foto del post.
Nelle foto della galleria qui sopra, lo vedete sulla lanterna e sullo stendardo, insieme al pino.
La placca di bronzo invece presenta un yae ume .

Il 25 febbraio cade l’anniversario della morte di Michizane ed è anche il periodo in cui i pruni sono in piena fioritura.
In questo giorno, al tempio si tengono preghiere ed eventi speciali, e la cisita al giardino dei pruni si svolge in mezzo al profumo dei fiori e al suono delle preghiere.

La festa dei pruni è un tripudio di vita e colore, che mitiga la freddezza della pietra nuda delle lanterne.
Il colore dei fiori copre ogni tonalità del rosa, da quella così pallida da essere impercettibile, quasi bianca, a quella molto intensa e scura.


Nel giorno della festa dei pruni, si tiene anche una cerimonia del tè in grande stile a cui partecipano le maiko (apprendiste geisha) del vicino quartiere delle geishe, Kamishikiken.
Io non ci ho ancora partecipato.
Andiamo a osservare Kitano Tenmangu
A Kitano tenmangu, potrei recarmici migliaia di volte senza mai stancarmi.
Per importanza è il secondo tempio Tenmangu dopo quello di Fukuoka.
Costruito all’inizio del XVII secolo, è un tempio elegante, con un imponente tetto in corteccia di cipresso. Ogni elemento di Kitano Tenmangu è estremamente curato e ben bilanciato in termini di forma e colore.

Le lanterne sono di vario tipo, grandezza e colore.
Sulla facciata, lanterne di colore giallo oro pendono dalla coda di draghi dorati e hanno la base superiore e quella inferiore a forma di petalo. Conferiscono leggerezza e movimento.
Le lanterne lunghe, invece, danno slancio al tempio
Attaccate al muro di cinta, lanterne bianche e tonde creano contrasto cromatico contro il legno dipinto in rosso. Sono ingentilite da una corona di hoshiume.
Decorazioni di legno intarsiato e multicolore alleggeriscono la struttura in tutti gli edifici e nella facciata principale fungono anche da elementi strutturali per distribuire il peso delle travi.


I buoi dei templi Tenmangu
Nei templi Tenmangu ci sono statue di buoi da accarezzare: nadeushi (nade significa carezza).
Il bue è un messaggero di Tenjin, un tramite fra lo spirito e gli uomini.


A Kitano Tenmangu ve ne sono molti e di tutte le grandezze. Sono vestiti con dei bavaglini votivi.
Si pensa che accarezzandone la loro testa si diventi intelligenti. Se invece si accarezzano altre parti del corpo del bue passano i dolori o le malattie nelle corrispondenti zone di chi le accarezza.
La lanterna della fortuna


Nel precinto di Kitano Tenmangu ci sono molte lanterne di granito bianco fra cui una lanterna con raffigurato Ebizu, la divinita’ dell’ abbondanza.
Il viso di Ebizu ha due concavità con la superficie molto liscia e si dice che se si riesce a fare stare due pietre dentro esse si diventa ricchi.
È bello vedere le persone tentare con pazienza. Solo poche ci riescono e qualcuno pone la moneta in qualche altro posto dell’immagine.