Per ulteriore spiegazione dei termini architettonici e degli interni delle case tradizionali del Giappone ho preparato un glossario a parte.
Lo stile di vita dei samurai riflesso dalle loro case

Le leggi dello Shogunato Tokugawa proteggevano la sicurezza dei samurai permettendo loro di avere la la porta di casa divisa dalla strada da un giardino e un cancello lungo e stretto con stanze di servizio detto nagayamon.

Le case dei samurai che ho visitato erano a generalmente a un piano. Il lato della casa opposto all’entrata dava sul giardino principale e il suo perimetro era segnato da un corridoio (engawa) attraverso il quale raggiungere stanze non contigue senza attraversare la stanza di mezzo o godere del giardino (questa soluzione architettonica era permessa anche ai mercanti).

Nel periodo Edo, i tatami e la carta erano materiale pregiato e venivano usati con molta parsimonia anche da samurai di rango non trascurabile, come quelli le cui case ho visitato.
I tatami e gli shōji (le partizioni tradizionali di legno e carta washi semitrasparente) erano usati esclusivamente nella stanze di rappresentanza.
Laddove non vi erano tatami, il pavimento di assi in legno era coperto da stuoie di paglia detti mushiro mentre tra una stanza e l’altra vi erano i mairado, cioè porte scorrevoli in legno lavorato.

La cucina aveva il pavimento in terra battuta ed era essenziale, proprio minima, aveva una kamado (vedi glossario) ad almeno due aperture su cui erano posate le kama per cuocere il riso.
Nella stanza usata come “soggiorno” non mancava mai, in posizione sopraelevata, l’ altarino per i kami protettori del focolare.
La residenza del samurai di Katsuyama
La casa del samurai della città di Katsuyama, il signor Watanabe, fu costruita nel 1764.
La casa è rimasta praticamente immutata nei secoli e pertanto è registrata come patrimonio architettonico e storico della città.

È una casa che amo molto, per il perfetto equilibrio delle sue forme.
Ogni volta che ci vado sto tanto tempo a guardarne le stanze, che sono un perfetto insieme di quadrati e rettangoli delineati da colonne, travi di legno marrone e bordi di tatami.
Nulla di superfluo, puro minimalismo, pura eleganza.
Questa geometria di forme è resa interessante dalle maniglie quadrate o circolari dei fusuma ed è coadiuvata dagli andon cubici (le lampade tradizionali), che quasi paiono fondersi con gli shōji.

La luce giallo-arancione degli andon e delle lampade applique sui muri creano un’atmosfera misteriosa e unica, quasi intima. I mobili semplici della cucina e quelli di legno massiccio e dalle maniglie e serrature in ferro nella penombra delle stanze ci fanno comprendere di avere sentito sicuramente qualche segreto…

Anche il kura della casa del samurai di Katsuyama è minimale ed elegante come la casa.
Solo la porta è intonacata e mostra tutto il suo spessore.
Dentro al kura è ospitata l’esposizione degli oggetti del samurai compresa l’armatura.
Ho dedicato un post ai kura per chi ne vorrà approfondire la conoscenza.
La residenza del samurai di Ashimori

La seconda casa che vi voglio presentare si trova nella città di Ashimori.
Anche questa casa è un gioiello, mantiene ancora la copertura del tetto in paglia (kayabuki yane).
Questa caratteristica dona un senso di semplicità rurale alla casa, ma questa impressione viene subito a meno entrando nello washitsu, la cui eleganza ricorda quella dei templi.

Dalla finestra di squisita fattura si intravedono la camelie con i loro fiori rossi, screziati di bianco. D’inverno, la neve che in zona cade copiosa, ne ricopre le foglie. Uno spettacolo!
Case del samurai di Takahashi

Passato il giardino, arriviamo al doma della famiglia Oori, uno dei samurai di Takahashi e veniamo invitati da un manichino ad entrare dopo avere posato la nostra katana sulla rastrelliera.
Entriamo nello washitsu (foto d’ apertura) dove la famiglia probabilmente non ci aspettava altrimenti ci avrebbe preparato un posto facendoci dare le spalle al tokonoma e ai chigaidana. È lì che tengono in bella vista i piccoli tesori e per non ostentare le proprie ricchezze avrebbero fatto in modo da non farceli vedere.
Le finestre dello washitzu sono impreziosite da kumiko piuttosto ricercati (liste di legno arrangiate in modo artistico).

Il samurai non ci dice che nella stanza attigua i mobili, il braciere e i mushiro non sono poi così ricchi…
In questa casa, infatti, lo sfarzo della stanza principale contrasta con la semplicità delle stanze ad uso personale.
Personalmente amo questa stanza a uso personale, la cui intimità pare ben protetta dai kami che vegliano dal kamidana sopra al fusuma.
Gli interni delle case dei samurai che hai descritto mi trasportano in un mondo poetico dove regna l’arte e l’eleganza. Gli arredi di alcune stanze con le loro linee essenziali, sottolineate dalle scansioni rettangolari e quadrate, mi ricordano quadri di Mondrian per la loro rigorosa geometria. Ascolto silenzio e godo della bellezza.
Grazie Emilia per il tuo commento gentile. Indubbiamente l’architettura e gli interni di queste case trasmettono qualcosa che tu hai colto perfettamente: poesia, bellezza, eleganza, gentilezza. Sono felice di avere trasmesso il messaggio