Perle sulla coste del mare interno del Giappone: l’antico porto di Tomonoura

Oggi vi porto in un villaggio molto romantico e un po’ fuori mano nella regione di Hiroshima: Tomonoura.
Affacciato sulla costa del Mare Interno del Giappone (da noi si dice: Seto nai kai), il villaggio riposa dentro a un golfo naturale, profondo e ben modellato.

Le colline non sono distanti dal mare in questa zona e da alcuni templi si osserva un panorama bellissimo fatto di mare e isole verdeggianti.

Vista sulle verdi isole di Benten e Sansui dal tempio Fukusenji nekka zona orientale di Tomonoura


Vista la conformazione della costa, è immaginabile che Tomonoura abbia un porto antico.
Infatti, per tutto il 1600, fino alla fine del 1800, il porto di Tomonoura fu uno dei principali scali commerciali del Mare Interno del Giappone.
Le navi mercantili vi facevano scalo e poi ripartivano direttamente alla volta di Osaka o in direzione dell’Hokkaido, circumnavigando il Giappone.
Per partire e arrivare, le navi sfruttavano le correnti di marea, che a Tomonoura sono particolarmente forti.

All porto vecchio, la banchina è la più alta mai costruita nel periodo Edo (1603-1868). Vanta ben venti gradini, la maggior parte dei quali sono originali.
Se saliamo sull’ultimo gradino, possiamo immaginare la banchina congestionata di casse di legno, i marinai abbronzati e affaccendati a caricare e scaricare la merce dalle barche ausiliarie e, al largo, possiamo anche vedere il mare pieno di velieri dalle grandi vele bianche e rettangolari.

No, non ci vuole troppa immaginazione.

Poi basta girare la testa a destra e a sinistra per vedere le case dei ricchi mercanti e la lanterna di pietra (oggi simbolo del villaggio), che per secoli ha visto e illuminato tutto.

Amo sedermi sui gradini antichi, dove turisti e gente del luogo si siedono a mangiare, conversare, socializzare.
È da lì che oggi partono le canoe colorate.
È presso la scalinata che i pescatori, come i marinai di un tempo, ormeggiano le loro barche.
È sulla banchina di pietra mangiata dal tempo che il passato e il presente si mescolano.

Tomonoura non è un villaggio-museo ma un centro vitale in cui passato e presente vivono una stessa dimensione.

È un piacere per me guardare i pescherecci e gli strumenti della pesca, i giochi di linee fatti dai grandi cerchi dei mulinelli per issare le reti a bordo.

Ho messo quattro foto qui sul carosello per darvi l’idea dell’atmosfera che si respira.


Più in là, in una zona meno centrale, le reti stese al sole, i pesci messi a seccare all’aria aperta e i mille gabbiani che aspettano l’arrivo dei pescatori ci raccontano il lavoro nella Tomonoura odierna.

L’aspetto generale del porto di Tomonoura dei nostri giorni è diverso da quello che vidi circa vent’anni fa.
Allora era pieno di galleggianti di polistirolo, le banchine e i moli erano molto rovinati.
Quell’aria decadente ricopriva il porto di una patina e fascino particolari.

Tomonoura-vecchia

Era decadenza ma non abbandono, una decadenza che semplicemente rivelava il logorio delle cose in uso, vissute.
Oggi tutto è più curato e pulito.

Ora però torniamo presso la lanterna, all’imbocco della vecchia strada di accesso al porto.

  • Kura casa Ota a Tomonoura
  • Caffetteria del porto di Tomonoura
  • Strada del centro di Tomonoura
  • Vita quotidiana a Tomonoura


Sull’antica strada che conduce al porto, le attività commerciali di un tempo convivono con quelle moderne.
I turisti scattano fotografie fra gli abitanti del villaggio intenti alle proprie faccende e spostamenti quotidiani.

All’estremo della strada, vicino al porto, si trova la casa Ota, dalla facciata imponente e con la palla di foglie di cedro appesa.

In origine, la casa apparteneva al signor Nakamura, l’inventore e produttore di homeishu: un liquore d’erbe medicinali, una vera e propria panacea, che fece la fortuna di Tomonoura dal XVII secolo fino alla fine del 1800.
La casa sarà visitabile in un post futuro!

I magazzini della residenza Ota si ergono alti lungo la via principale facendola apparire ancora più stretta.

In Giappone, i luoghi in cui viene prodotto sakè espongono all’entrata una palla di foglie di cedro (sugidama) che funge da orologio.
La palla viene rinnovata quando inizia la produzione del sakè.
A mano a mano che il tempo passa e il sakè fermenta, il cedro da verde diventa marrone. Quando la palla è marrone scuro, il nuovo sakè e pronto.


L’homeishu viene prodotto ancora oggi da quattro aziende ma è solo dal negozio sulla via antica che il profumo balsamico e speziato delle erbe aromatiche si sprigiona nell’aria.
L’odore del periodo Edo!

Seguono il negozio del pesce locale, essiccato, una casa d’epoca trasformata in caffetteria.
All’estremo della strada, due negozi molto antichi in legno rosso (come le case di cui vi ho parlato nel post sul villaggio di Fukiya): sono il negozio delle borse fatte con tessuto nautico e quello di articoli nautici.

Il negozio di articoli nautici e quello delle borse con infissi a battente del XVIII secolo

Nel negozio di articoli nautici, vecchio di trecento anni, articoli moderni si inframezzano a pezzi di antiquariato: lanterne, campane, verricelli, galleggianti di vetro. 
Entrandoci si possono immaginare i pescatori e i marinai di un tempo intenti a scegliere i pezzi da sostituire nelle loro imbarcazioni. 

Separati dalla zona portuale, Tomonoura vanta negozi storici, la cosa che ospitò Sakamoto Ryoma) e numerosi templi.

Nelle le strade di Tomonoura, Ponyo, il pesciolino rosso, spruzza l’acqua dalle fontanelle, a ricordarci che il villaggio e le isole vicine hanno ispirato “Ponyo nella scogliera” Gake no ue no Ponyo di Miyazaki Hideyo.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.